L’impronta ambientale del monouso

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L’impronta ambientale del monouso

Chi di noi ha mai usato un prodotto monouso? Praticamente tutti.
Bere da un bicchiere di plastica (o di carta ultimamente) è uno dei gesti più comuni che purtroppo siamo abituati a fare.
Ma ci siamo mai chiesti quanto ci costa in ambito ambientale questo piccolo gesto?
Quanto ci costa in termini di inquinamento un bicchiere monouso?
Quale sia la sua impronta ambientale?

Produzione

Iniziamo dalla produzione: quando si parla di bicchiere di “plastica” in realtà dovremmo parlare di “plastiche”. I bicchieri, come molti prodotti plastici monouso, possono essere fabbricati con diversi polimeri, i più comuni:

  • PP (polipropilene)
  • PS (polistirene)

Entrambi i polimeri sono di origine fossile, cioè derivanti dal petrolio; perciò per produrre il nostro bicchiere di plastica bisogna:

  • estrarre il petrolio
  • trasportarlo in una raffineria
  • raffinarlo in sostanze più leggere (propilene o stirene)
  • trasportare la sostanza in un impianto chimico che la trasforma in polimero (solitamente in granuli)
  • trasportare i granuli nella fabbrica che produce plastica monouso
  • fondere i granuli ed estruderli per formare il bicchiere

Senza essere ancora utilizzato, il nostro bicchiere di plastica ha già un’impronta ambientale molto importante, infatti ognuno di questi passaggi ha un alto impatto ambientale.
Si stima che per la sola produzione di un oggetto plastico, dall’estrazione all’estrusione, si emettano nell’atmosfera una quantità di CO2 pari a 6 volte il suo peso; quindi 1 Kg di bicchieri ha un impatto ambientale di 6 Kg di CO2.

Se invece ci si riferisce ad un prodotto “biocompatibile” o “compostabile”, le emissioni di CO2 saranno leggermente inferiori, ma non di molto, in quanto tutti i processi industriali e di logistica delle materie prime rimangono gli stessi.

Distribuzione

Una volta prodotto e già caricato della sua impronta ambientale, il nostro bicchiere monouso dovrà viaggiare ancora prima di arrivare nelle nostre mani; dopo la produzione, infatti, la maggior parte delle merci viene immagazzinata nei centri di distribuzione più o meno capillari sul territorio e poi consegnata nei punti di vendita. Tutto questo genera ulteriore CO2 emessa dai mezzi, spesso pesanti, che trasportano le merci.

Si calcola che un camion produca mediamente 158g di CO2 ogni chilometro percorso.
Ipotizziamo che il nostro bicchiere monouso venga prodotto a Varese ed utilizzato a Matera, il mezzo che lo trasporta percorrerà circa 1000 Km emettendo nell’aria 160 Kg di CO2.

Utilizzo

Siamo pronti per utilizzare il nostro bicchiere; è arrivato sulla nostra tavola o nel distributore del caffè.
Ne prendiamo uno e lo posiamo sul tavolo, oppure la macchinetta lo poggia sul supporto prima di versarvi il caffè; il nostro bicchiere è pronto per essere usato.
Versiamo l’acqua, il caffè o qualsiasi altra bevanda, tempo per versare 5 secondi, massimo 20 se ci stanno spillando una birra.
Finalmente beviamo, utilizzandolo pochi altri secondi, raggiungendo un tempo reale di utilizzo che va dai 10 secondi alla mezzora nel caso in cui siete alla sagra della pecora e state bevendo una bionda media.

Avete bevuto… Bene, ora che fate?
Ovviamente lo buttate

Smaltimento

Nel peggiore dei casi, il nostro bicchiere verrà gettato per terra o in una pineta, trasportato dal vento finirà in mare dove, grazie all’azione agli agenti atmosferici ed alla salinità del mare, si sgretolerà in pezzi sempre più piccoli, tanto da riuscire ad entrare nella catena alimentare marina e quindi umana.

Il WWF stima che mangiamo 5g di plastica a settimana (l’equivalente di una carta di credito), un recente studio dell’Università di Amsterdam ha messo in evidenza la presenza di plastica nel sangue umano, mentre una ricerca dell’Università di Hull nel Regno Unito ha rilevato la presenza di plastica nei polmoni di esseri umani viventi.

Nel caso più comune, il bicchiere monouso verrà gettato nella raccolta dell’indifferenziato, quindi trasportato presso l’inceneritore più vicino (chiamiamo le cose con il loro nome) e bruciato, emettendo perciò tanta CO2 quanto pesa.
Oppure gettato nel contenitore sbagliato, esempio: se un bicchiere di plastica finisce nel contenitore del compostabile, non sarà più intercettato da nessun meccanismo di selezione e perciò verrà sgretolato insieme al resto del compost e finirà ad inquinare un campo coltivato.

Solo nel caso in cui il prodotto monouso che stiamo utilizzando sia realmente compostabile e venga gettato nel contenitore adeguato, l’impatto potrebbe essere minore, ma in ogni caso qualsiasi rifiuto prodotto nelle nostre case o negli uffici deve essere trasportato nei centri di raccolta e poi successivamente in quelli di recupero, concorrendo all’emissione di ulteriore CO2 per il viaggio, la selezione e la trasformazione in nuova materia prima.

La soluzione

STOP AL MONOUSO


Che sia plastica, finto compostabile o compostabile reale, una soluzione per ridurre le emissioni di CO2 nell’aria è quella di eliminare la concezione del monouso se non strettamente necessario (come negli ambienti sanitari).

Riutilizzare un oggetto, un bicchiere o una posata riduce notevolmente la quantità di CO2 emessa nell’atmosfera dovuta ai trasporti di materie prime, alla produzione di nuovi prodotti ed allo smaltimento dei rifiuti.